Circa un terzo delle morti cardiache improvvise colpisce persone giovani e apparentemente sane, il cui cuore risulta strutturalmente integro e privo di anomalie visibili. Un fenomeno preoccupante che ha spinto l’Azienda Ospedale Università di Padova, da decenni centro di riferimento nazionale per lo studio e la prevenzione di questi eventi drammatici, a concentrarsi sulle cause più nascoste di questi decessi.
Nel laboratorio della professoressa Cristina Basso, direttrice dell’UOC di Patologia Cardiovascolare e coordinatrice del Centro regionale per la morte improvvisa giovanile, dagli anni ’90 sono stati analizzati oltre mille casi di decessi improvvisi in soggetti sotto i 40 anni. Si tratta di cuori che, pur risultando normali ai test, nascondevano alterazioni elettriche o difetti genetici non rilevabili con le metodologie classiche. Tra le ipotesi allo studio: disturbi nella rete di conduzione elettrica del cuore e problemi ai canali ionici.
Grazie ai progressi nelle tecniche di indagine, in particolare alla risonanza magnetica cardiaca, oggi è possibile individuare cicatrici miocardiche precedentemente invisibili, legate a infiammazioni pregresse o mutazioni ereditarie.
Il professor Domenico Corrado, direttore della Clinica Cardiologica e pioniere degli screening sportivi, sottolinea come esami semplici ma mirati – come elettrocardiogramma con test da sforzo ed ecocardiogramma – siano fondamentali per captare segnali di rischio, come le aritmie sotto sforzo. L’incidenza di morte improvvisa tra gli atleti è stimata in 4 casi ogni 100 mila, ma grazie ai controlli sistematici in Veneto, la mortalità tra i giovani tra i 12 e i 35 anni è stata ridotta del 90%.
Nonostante i progressi, la sopravvivenza a un arresto cardiaco resta inferiore al 10%. Da qui la proposta di un progetto di ricerca nazionale che consenta di offrire esami avanzati come la risonanza cardiaca a tutti gli atleti, anche non professionisti. L’obiettivo è ambizioso ma chiaro: prevenire anche quel 10% di casi oggi ancora inafferrabili e salvare vite che sembravano al sicuro.
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